lunedì 21 ottobre 2013







arrivare tardissimo, ma essere finalmente a casa dopo due interminabili settimane milanesi.
la colazione del sabato mattina e il caffè-latte con l'aggiunta di miele.
parlare con la mia sister e sapere che qualsiasi cosa io abbia in testa lei riuscirà a leggermi nel pensiero.
i mercatini dell'usato,
fermarsi a parlare con persone mai viste, improvvisarsi curiosi osservatori.
un fondamentale acquisto di "conigli vintage" (e grande soddisfazione!)
la merenda al bar.
usare una semplice sottoveste come se fosse un vestitino.
guidare in mezzo ai campi a notte fonda (non esiste al mondo cosa più bella che guidare in aperta campagna, con l'autoradio al massimo. in qualsiasi stagione.)
incontri inaspettati.
felicissima di riabbracciare J. che porta i tacchi alti anche in mezzo a uno sterrato pieno di fango che neanche un rally fuoripista... in tutto il mondo solo tu ci riesci baby!
vino rosso, mazzi di chiavi che giocano a nascondino, musica, i saluti riferiti, bicchieri ballerini, qualcosa in fondo al mio stomaco rabbrividisce, ma è giusto un attimo, anfibi borchiati e fangosi, la voglia di dire tutto, la curiosità fa sempre da padrona, l'inaspettata comodità del moschettone da montagna, le cose intuite, il timbro sulla mano,
una serata in un posto così sperduto che hai davvero l'illusione di essere fuori dal mondo, l'umidità notturna dell'erba nel parcheggio.
svegliarsi rincoglioniti, con gli occhi a procione e il cuscino tipo 'dalmata',
specchio-specchio-delle-mie-brame-chi-ha-più-schegge-di-vetro-in-tutto-il-reame??
una domenica pigra,
la pioggia battente contro i vetri e gli scuri di legno,
i viali scricchiolanti di foglie autunnali,
il colore del paesaggio di ottobre, l'odore della nebbia,
a volte le cose più semplici sono anche le più raffinate.
ma solo occhi allenati riescono ad accorgersene.

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