martedì 1 febbraio 2011



Giretto di vetrine dopo il lavoro.
Solito negozietto simpatico.
Arraffo al volo un paio di cose da provare e mi infilo nel camerino di prova.
Mentre mi osservo nello specchio, precisina e iper-critica come al mio solito, protetta dall’intimità provvisoria dalla tenda di velluto color porpora, non posso fare a meno di ascoltare involontariamente la conversazione di una madre e una figlia nel camerino accanto al mio.
Quello che mi arriva sono frammenti di conversazione, briciole di frasi, ma non ci vuole uno scienziato per capire che la madre sta giudicando implacabile lo stile e il modo di vestire della figlia.
«... insomma... devi imparare a valorizzarti... vestirti da donna... é il caso che cominci... non puoi sempre continuare a vestirti così... imparare a valorizzare la figura... esaltare le forme... »
La ragazza non risponde mai. Comincio a chiedermi se abbia le corde vocali.
La mia immaginazione é sempre troppo esuberante e comincio a farmi dei gran film:
Penso che la signora dovrebbe imparare a farsi i cazzi suoi. Che se parlasse meno e trombasse un po’ di più probabilmente si sentirebbe meglio lei e anche la sua prole.
La figlia invece me la immagino come una ragazzotta un po’ maschiaccio. Una squinternata con i capelli blu e la camicia da boscaiolo. Una specie di Courtney Love brianzola.
Intanto continuo a provarmi magliette e pantaloni, a litigare con taglie XS e XXS.
Finisco la mia prova-vestiti, sguscio fuori dai jeans, mi rivesto e esco dal mio sgabuzzino-fashion.
Immaginate il mio sconforto quando le vedo:
la madre, impellicciata e agghindata in modo pesante e pretenzioso, ha esattamente lo stile perfettino e la faccia da rompi-coglioni che mi ero immaginata
ma la figlia... santo cielo, la figlia avrà avuto al massimo 6 anni.
6 anni, capite??
Se ne stava lì triste,
imbronciata come un gatto a cui hanno pestato la coda,
agghindata in modo inopportuno come un albero di natale dopo metà gennaio.
Come si fa a dare lezioni di moda a una bambina di 6 anni???
Alla sua età gli unici vestiti di cui dovrebbe preoccuparsi sono quelli delle barbie.
Quella povera bambina frequenta la prima elementare, e le tocca già andare a scuola vestita come una velina.
Probabilmente non le hanno ancora spiegato le tabelline ma ha già imparato la formula per convertire le taglie europee di H&M e Zara in taglie italiane standard.
Gli passo accanto canticchiando “...Maybe if I act like that, that guy will call me back, What a Paparazzi girl, I don't wanna be a stupid girl!...”
... Dio benedica le bambine con le salopette e le All Stars
... Dio benedica le mamme rock’n’roll!

Colonna sonora:
Pink – Stupid girl



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